umberto_aquila

Friday, February 08, 2008

American Chopper


La settimana scorsa, in laboratorio, abbiamo installato un nuovo spettrometro. E allora giu a misurare distanze tra fori, disegnare piastre metalliche, cercare bulloni in ferramenta. Ero sempre col calibro o una brugola in mano.
Quando il disegno di un pezzo meccanico sembrava finito, cominciava la discussione:

- Questa piastra e' troppo spessa!
- Ma no! Se no le viti dove le metti?
- Ma chi te l'ha ordinato di mettere quelle viti li!? Queste altre sono piu' piccole e vanno bene! E questo adattatore, poi, a cosa serve?
- Beh, non so se in officina mi fanno la filettatura della Royal Microscopical Society.


Poi, fatti fare i pezzi in officina, si ricominciava:

- Eh, pero' qui una fresatina in piu' non ci sarebbe stata male.
- Si ma anche due fori vanno bene lo stesso.

Insomma, mi sembrava di essere in una puntata di American Chopper, (Discovery Channel, all'ora in cui, talvolta, mi scaldo una pizza al microonde). dove degli omoni muscolosi discutono la forma della forcella o del parafango da montare sulla loro nuova creazione.
Dello stile American Chopper noi avevamo la maniacale progettazione e la cura delle finiture (due mani di nero satinato). Peccato per i muscoli.

Morte del piccolo guerriero

Era tosto il piccoletto. Tutto artigli e denti affilati sotto una pelliccia vellutata. Io ho ancora i graffi sulle mani ma Djengis se ne e' andato una settimana fa. E mica morire come tutti gli altri. No. Lui su un albero, in una notte di tempesta.