umberto_aquila

Sunday, August 20, 2006

Alle falde del Mont Blanc

Alla fine mi sono deciso a prendere parte alla gita sul Bianco. Dovevamo essere il Val, io e Carl, un amico del Val. Il tempo però non era molto bello e quindi Carl ha deciso di accompagnarci fino ad un certo punto e poi tornare indietro.

Io e il Val siamo arrivati al rifugio Du Gouter a 3800m sapendo che saremmo stati bloccati li per almeno due giorni prima di poter tentare la salita al Bianco.

Faceva un freddo maledetto: la parte ospiti del rifugio non era riscaldata e noi eravamo quasi sempre gli unici ospiti. Ogni tanto, da una comitiva di russi che aveva messo le tende li vicino, qualcuno veniva a mangiare o a prendere un tè. Una mattina era così freddo che i vetri erano ghiacciati all'interno. Siamo quindi rimasti vestiti con la giacca a vento per almeno tre giorni e io spesso indossavo il passamontagna e saltellavo per il rifugio cercando di riscaldare i piedi.

Quasi dimenticavo di dire che per andare in bagno (asse del cesso che incornicia le rocce più in basso) si usciva in ciabatte di gomma nella tormenta.

Quando il tempo e' stato più bello siamo riusciti a fare una piccola uscita pomeridiana incamminandoci verso l’alto. La parte alta delle montagne sporgeva da un mare di nuvole piatte e questo contribuiva al generale biancore. Sul nostro percorso c’erano pochi crepacci ma la vista su alcune grosse spaccature e su enormi blocchi di ghiaccio inclinati era fantastica.

Un sacco di gente e' arrivata al rifugio in serata. Il giorno dopo sarebbe stato il momento ideale per salire e quindi ci siamo svegliati con gli altri alle 2.

Dopo qualche ora nel dormitorio adesso troppo caldo, stretto e puzzolente, uscire all’aperto è stato un momento di felice meraviglia: nell’aria fresca si vedevano tutti i paesini nelle valli e le lampade frontali degli alpinisti più svelti disegnavano una scia luminosa lungo il sentiero.

Noi siamo partiti tra gli ultimi e abbiamo dovuto affrontare un tipico problema agostano: le code sulla strada. Bisognava camminare sui passi dei precedenti, perché nei due giorni di maltempo erano caduti almeno 40cm di neve e quindi passare a lato era faticosissimo. Quelli davanti a noi erano piuttosto lenti e quindi il freddo ai piedi è cominciato presto. Quando avevamo sorpassato un bel po' di gente, il Val mi dice: “Sono esausto e ho troppo freddo ai piedi”.

E così l'avventura finisce a 4200m, si scende in valle!

A scendere c'era una ferratina coperta in parte dalla neve e il Val si e' lamentato per tutto il tempo. Anch'io ho avuto qualche difficoltà per via del mio zaino che ha una specie di enorme sedere che va a sbattere dappertutto.

Comunque il momento più pauroso e' stato attraversare il fondo di un canalone molto ripido il Grand Couloir perché qui la neve polverosa scendeva giù in continuazione e sembrava che ogni passo franasse.

Per fortuna da lì in poi era tutto tranquillo. A Ginevra mi sono liberato della calzamaglia e di qualche altro strato in eccesso nel bar di un ristorante cinese e poi, finalmente, il volo verso casa.